Spesso ci viene detto che creare connessioni significhi allargare la propria rete di conoscenze professionali, che i bisogni emotivi debbano trovare risposta in un’unica relazione romantica, e che prendersi cura di sé coincida con il farsi carico individualmente del proprio dolore o con l’acquisto di una crema miracolosa. Molte persone però non possono, e spesso non vogliono, corrispondere a questi obbiettivi, e il risultato è un senso diffuso di isolamento, stanchezza e perdita di potere.
Partendo da una prospettiva femminista, decoloniale e queer, Sophie K. Rosa propone di immaginare l’intimità come progetto collettivo, intrecciato alle lotte sociali. Non un rifugio privato, ma un terreno politico in cui la coesione, la cura e la comunità diventano strumenti di resistenza e possibilità di trasformazione.
Intimità radicale è un invito a riscoprire i legami come forza viva di cambiamento: capace di generare piacere e solidarietà, di ispirare ribellioni personali e collettive, di aprire la strada a una società basata su connessioni autentiche e cura reciproca.